Il Gutturnio è il vino rosso più caratteristico dei Colli Piacentini, derivante da vitigni Barbera e Croatina. La zona di produzione è ristretta a pochi comuni della provincia di Piacenza e possiede il riconoscimento DOC (denominazione di origine controllata).
Si può trovare in commercio nelle varianti Gutturnio Classico, Gutturnio Frizzante, Gutturnio Superiore, Gutturnio Riserva, Gutturnio Classico Riserva e Gutturnio Classico Superiore.
Gutturnio: caratteristiche e proprietà organolettiche
- Colore: Rosso rubino brillante, di intensità variabile in base all’invecchiamento
- Profumo: vinoso e caratteristico, con sentori di mora
- Sapore: tannico, fresco, tranquillo, armonico
- Gradazione alcolica: da 12% per il Gutturnio Frizzante fino a 13,5% per il Gutturnio Riserva
Questo vino rosso che si contraddistingue per il suo colore brillante, che tende a intensificarsi con l’invecchiamento. All’olfatto emergono i sentori di frutta rossa, leggermente pepato e speziato, ma in maniera leggera e armonica.
La versione più diffusa è quella frizzante, dal sapore fresco e giovane, che ben si sposa a piatti ben conditi. Il Gutturnio Classico e Riserva, invece, risulta maggiormente corposo e si presta anche all’invecchiamento fino a 10 o 15 anni. In particolare la Riserva è più strutturata nel gusto a causa del processo di maturazione in botti di legno.
Fra le varie tipologie di Gutturnio non esistono tuttavia sostanziali differenze in termini di caratteristiche, poiché il cambio di denominazione è dato principalmente dal comune di coltivazione dei vigneti.
Gutturnio: come abbinarlo
- Gutturno frizzante: salumi piacentini e gnocco fritto, pisarei e fasö, tortelli piacentini
- Gutturnio Classico e Riserva: grigliate miste, arrosto, brasato
- Temperatura di servizio: 10-18 gradi per la versione frizzante, 16-18 per il Superiore e Riserva
Il Gutturnio è un vino fresco, che si sposa perfettamente con i piatti ben conditi della cucina piacentina. La versione frizzante è consigliata in abbinamento a taglieri di salumi, in particolare a quelli più grassi come coppa, salame e pancetta. Non a caso è spesso proposto come aperitivo, accompagnato da gnocco fritto. Durante i pasti è invece ottimo con primi piatti della tradizione come pisarei e fasö, tortelli piacentini o pasta fresca con sughi di carne.
In caso si scelga un Classico o un Riserva si può invece osare con un abbinamento insieme a carni rosse, meglio se alla griglia, brasati e arrosti di maiale.
La produzione del Gutturnio
La produzione del Gutturnio nasce dall’incontro di due vitigni storici del piacentino, la Barbera e la Croatina (spesso chiamato anche Bonarda, ma da non confondere con la varietà coltivata nel piemontese). L’utilizzo delle due uve è suddiviso nelle percentuali del 55-77% per il Barbera e il 30- 45% per la Croatina.
Ci sono quindi 5 tipologie di Gutturnio:
- Gutturnio Frizzante
- Gutturnio Superiore
- Gutturnio Classico Superiore
- Gutturnio Riserva
- Gutturnio Classico Riserva
Per la versione frizzante la zona di produzione è delimitata ai comuni di Ziano Piacentino, Pianello Val Tidone, Borgonovo Val Tidone, Castel San Giovanni, Nibbiano, Agazzano, Piozzano, Gazzola, Vigolzone, Rivergaro, Ponte dell’Olio, Castell’Arquato, Carpaneto Piacentino, San Giorgio Piacentino, Gropparello, Alseno, Lugagnano Val d’Arda e Vernasca.
La produzione del Gutturnio Classico Superiore e il Classico Superiore Riserva è invece disciplinata da un decreto del 1967, che restringe ulteriormente l’area di origine di questi vini al territorio collinare di Ziano Piacentino e parzialmente ad alcuni punti dei comuni di Borgonovo Val Tidone, Castel San Giovanni, Nibbiano, Vigolzone, Castell’Arquato, Carpaneto Piacentino, Lugagnano Val d’Arda e Gropparello.
Per ottene la denominazione di origine controllata è inoltre obbligatorio che tutte le operazioni di vinificazione, compreso l’invecchiamento e l’imbottigliamento, avvengano nei territori appena citati.
L’imbottigliamento è sempre fatto in bottiglie di vetro cilindrico di modello bordolese. Per il Gutturnio Superiore la messa in vendita avviene sempre il 1 di aprile successivo alla vendemmia, mentre il Gutturnio Riserva necessita di un periodo di invecchiamento di almeno 24 mesi, di cui 6 in botti di legno.
La storia del Gutturnio
Il vino Gutturnio è fra i primi dieci vini in Italia ad aver ottenuto il marchio DOP, nonché il primo fra i vini piacentini. La sua origine è antichissima, tanto che secondo una leggenda la messa per iscritto del metodo di produzione fu fatta dal suocero di Giulio Cesare, nel I secolo a. C.
Certo è che la storia parte da lontano, dato che in numerosi documenti commerciali di epoca romana si trovano spesso riferimenti a questo vino piacentino. Non a caso l’attuale nome deriva da “gutturnium”, parola latina con la quale viene chiamata una coppa in argento ritrovata nell’Ottocento nella Veleia Romana, noto sito archeologico a Travo.
La tradizione vinicola legata alla bevanda venne poi portata avanti dai monaci dell’Abbazia di Bobbio, che iniziarono l’esportazione del vino anche in territorio francese.
Nonostante fosse molto apprezzato, bisogna però aspettare il 1967 per vedere il primo riconoscimento ufficiale del Gutturnio, con l’ottenimento del marchio DOC e soprattutto dell’apposito decreto che ne disciplina e ne tutela la produzione.