Caratteristiche tecniche | |
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Formato | 0,75 L |
Tipologia | Bianco frizzante |
Zona di produzione | Vigoleno |
Vitigni | 80% Chardonnay, 20% Trebbiano Romagnolo |
Gradazione Alcolica | 13% |
Temperatura di servizio | 10° |
Abbinamenti | risotti, pesce e molluschi, lumache |
Anno di vendemmia | 2022 |
Il vino “Chardonnay” della Cantina Visconti Vigoleno è un bianco frizzante di ottima struttura e di carattere, ricavato per l’80% proprio da uve Chardonnay. Insieme al Sauvignon è dunque uno dei due vini di chiara ispirazione francese, realizzato sempre secondo i principi del metodo ancestrale e senza solfiti aggiunti.
Caratteristiche organolettiche
Lo “Chardonnay” della Cantina Visconti Vigoleno si presenta alla vista di color giallo paglierino. A questa sua caratteristica si accompagna un ampio ventaglio aromatico che emerge in maniera ben distinta al momento dell’assaggio. Completa il tutto la bolla naturale, ottenuta tramite la sola fermentazione dei lieviti indigeni.
Se ne consiglia quindi la degustazione a una temperatura di circa 10°C, possibilmente in appositi calici da vino bianco fatti prima raffreddare.
Abbinamenti
Il carattere deciso dello Chardonnay della Cantina Visconti Vigoleno fa sì che questo vino non tema nessun accostamento. Si può passare da un delicato primo o secondo a base di pesce, ai molluschi di mare fino a un più ricercato risotto allo zafferano. Se si vuole fare un viaggio che unisce i Colli Piacentini con la Francia si può però provare l’abbinamento tra Chardonnay ed “escargot”, così da ritornare in parte alle origini di questo vitigno.
Coltivazione e produzione
Come tutti gli altri vini piacentini, anche per la produzione dello Chardonnay della Cantina Visconti Vigoleno vengono utilizzate solo le uve provenienti da queste vallate. In questo caso l’uvaggio scelto è all’80% di Chardonnay e al 20% di Trebbiano Romagnolo. Le viti vengono allevate in località Pollorsi e Trabucchi, non molto distante dal borgo di Vigoleno, in terreni argillosi e in parte bianchi, in quanto rientranti nella zona della Valle dello Stirone.
Il metodo di allevamento scelto è il guyot ramificato ad archetto che consente alle piante di raggiungere una buona longevità. A ciò si abbina l’agricoltura integrata, che non prevede il ricorso a concimazioni o l’uso di pesticidi.
Quando inizia il mese di settembre si procede dunque con la raccolta a mano. Gli acini, ben ripuliti, vengono messi a macerare in vasca aperta su bucce per 24 ore per poi essere trasportati in botti di vetroresina per l’affinamento. Tale processo ha una durata di 6 mesi durante il quale la fermentazione continua grazie all’azione dei lieviti indigeni. L’imbottigliamento avviene ad aprile, in luna calante, alla quale segue un ulteriore affinamento di 12 mesi. Al termine dei vari passaggi si ottiene così un vino frizzante e completamente naturale.