Malvasia dei Colli Piacentini: caratteristiche, consigli di degustazione e storia

Monterosso dei Colli Piacentini

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La Malvasia dei Colli Piacentini fa parte dei vini riconosciuti dalla DOC dei Colli Piacentini. Si tratta di un vino bianco prodotto a partire dalla Malvasia di Candia Aromatica, un vitigno particolarmente fragrante e unico di queste valli.

L’elemento caratterizzante è proprio il suo aroma, accompagnato da un sapore che sfuma dal secco al dolce. Esistono infatti ben quattro varianti della Malvasia dei Colli Piacentini: fermo, frizzante, spumante e passito

Malvasia dei Colli Piacentini: caratteristiche e proprietà organolettiche

  • Colore: giallo paglierino scarico, tendente al dorato nella variante passito 
  • Profumo: caratteristico, talvolta intenso
  • Sapore: aromatico, fresco, secco o abboccato o amabile o dolce
  • Gradazione alcolica: a partire da un minimo di 10,5% per la variante ferma, frizzante o spumante, 14% se passito

La Malvasia dei Colli Piacentini ha un colore tendenzialmente giallo paglierino, trasparente e non troppo intenso, che nella variante passito tende ad avere riflessi dorati. L’odore è caratteristico, a volte vivace. Essendo prodotto da un uvaggio composto per l’85% da Malvasia di Candia Aromatica presenta un ampio ventaglio di profumi, sia fruttati che floreali. In base all’etichetta si possono percepire note di pesca, susina, albicocca, salvia e bergamotto. Il sapore è altrettanto aromatico e fresco, con una percezione che può variare dal secco all’amabile. La tipologia passito, invece, è sempre e solo disponibile dolce. 

Nella Malvasia dei Colli Piacentini frizzante, inoltre, si può apprezzare la spuma evanescente, che nel caso della versione spumante diventa più fine e persistente.

Malvasia dei Colli Piacentini: come abbinarlo

  • Malvasia dei Colli Piacentini fermo: salumi, pasta fresca, risotti, pesce e carne bianca
  • Malvasia dei Colli Piacentini frizzante: aperitivi e antipasti leggeri, salumi, formaggi a media stagionatura, piatti di pesce, crostate, torte e pasticceria. 
  • Malvasia dei Colli Piacentini spumante: aperitivi, primi e secondi di pesce, dolci al cucchiaio e piccola pasticceria.
  • Malvasia dei Colli Piacentini passito: formaggi erborinati, biscotti e pasticceria secca
  • Temperatura di servizio: 8-10°C per la versione ferma, frizzante e spumante, 14-16°C per il passito

La Malvasia dei Colli Piacentini è uno dei vini piacentini più versatili, complice anche il fatto di presentarsi in ben quattro diverse varianti. Se fermo, può essere accostato a salumi, risotti o primi piatti, in particolar modo ravioli e tortelli con la coda. Molto azzeccato è anche l’abbinamento con le carni bianche e il pesce.

Anche la malvasia frizzante rispecchia in parte i consigli di abbinamento della versione ferma, specialmente nel caso dei salumi e i piatti di pesce, meglio ancora se al forno. Oltre a ciò, se di sapore dolce, si può optare anche per un accompagnamento alle crostate di marmellata, alle torte soffici e alla pasticceria a base di frutta.

La malvasia dei Colli Piacentini spumante è altrettanto eclettica: può essere portato in tavola sia insieme ai dolci al cucchiaio o alla piccola pasticceria, ma anche durante aperitivi raffinati o eleganti cene di pesce.

Passando infine alla malvasia passito, dato il suo sapore spiccatamente dolce, dà il meglio di sé quando è degustato in abbinamento a formaggi erborinati e pasticceria secca.

In ogni momento dell’assaggio è tuttavia fondamentale rispettare la temperatura di servizio che deve essere generalmente fredda. La variante fredda, frizzante e spumante possono essere apprezzate già a 8-10°C, mentre per il passito di consiglia di rimanere tra i 14-16°C, utilizzando appositi calici per vini liquorosi.

La produzione della Malvasia dei Colli Piacentini

La produzione della Malvasia dei Colli Piacentini è regolamentata dall’apposito disciplinare. Secondo le norme per la sua realizzazione deve essere impiegata una percentuale minima dell’85% di uva di Malvasia di Candia Aromatica. È quindi concessa un’aggiunta fino a un massimo del 15% di uve dei vitigni a bacca bianca idonei alla coltivazione all’interno dei confini regionali dell’Emilia Romagna.

Il disciplinare riconosce inoltre quattro varianti di Malvasia dei Colli Piacentini: 

  • Colli Piacentini Malvasia (che corrisponde alla versione ferma)
  • Colli Piacentini Malvasia frizzante
  • Colli Piacentini Malvasia spumante
  • Colli Piacentini Malvasia passito

I processi di produzione devono avvenire all’interno di aree ben definite rientranti nel territorio delle quattro valli piacentine. Inoltre, ai fini del riconoscimento della DOC, è fondamentale che la resa massima di uva fresca da trasformare in vino non superi il 40%.

Durante le varie operazioni di vinificazione è vietato in maniera tassativa il ricorso ai solfiti e alle filtrazioni. Nel caso specifico del Malvasia Passito si stabilisce anche che le uve devono essere appassite secondo il metodo tradizionale, o su pianta o su graticci. Il contenuto zuccherino finale deve superare il 23%.

Come si può dunque intuire il disciplinare di produzione è molto rigido, ma fondamentale al fine di ottenere un prodotto finito di altissimo livello qualitativo. 

La storia della Malvasia dei Colli Piacentini

La Malvasia dei Colli Piacentini ha una storia che inizia da ben più lontano, più precisamente in Grecia. Qui veniva infatti coltivata un’antica varietà di malvasia che veniva unita ad altre uve per dar vita a un prodotto dal gusto molto intenso.

Durante il Medioevo tale prodotto iniziò ad attirare l’attenzione dei mercanti veneziani, che dal porto di Monemvasia, situato nel Peloponneso, lo esportavano nei porti italiani. Ed è proprio dal nome Monemvasia che derivò poi l’appellativo di “Malvagia”, diventato poi “Malvasia”.

Il vino Malvasia conobbe quindi una diffusione enorme, tanto che tra il Cinquecento e il Settecento divenne uno tra i più consumati in Europa. Tuttavia nel tardo medioevo iniziò anche ad aumentare la pressione turca. L’impero ottomano continuava la sua avanzata e la Grecia era uno dei territori più a rischio. Ecco quindi che, per evitare di perdere i ricavi derivanti dall’enorme business della Malvasia, i veneziani scelsero di importare direttamente i vitigni al di fuori del Peloponneso, impiantandoli in Italia.

Da qui iniziò la diffusione della Malvasia lungo tutto lo stivale, toccando il Piemonte, l’Abruzzo, la Puglia, la Sicilia, la Sardegna e, naturalmente i Colli Piacentini. In quest’ultima area, grazie al terreno argilloso e la posizione collinare, il vitigno si è adattato perfettamente. Ad oggi la Malvasia dei Colli Piacentini è infatti considerata la più interessante tra le 17 varietà esistenti, proprio per via degli aromi che sprigiona.

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